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portanti. Vorrei parlare anche di te, in questo articolo.
Ah! disse.
Poi soggiunse:
Perché?
E come io non rispondevo:
Perché mai?
In quel momento la porta si aperse e, vestita di giallo,
entrò la giovane moglie del funzionario. Ella non aveva
l aria di chi riceve una sorpresa. Forse mi aveva sentita
dalla cucina, e non era venuta subito perché intenta a ri-
governare o a dare la cena al bambino. Era vestita di
giallo, con un volto di pittura moderna, liscio e senza ri-
lievo, dallo sguardo calmo, privo di sorriso come di pen-
siero. Fragili capelli, che lasciavano vedere il cranio, le
intenerivano l alta fronte. Entrata per dire qualcosa a
Luigi, vedendomi se ne dimenticò, e asciugandosi in
fretta le mani che aveva umide nel grembiule, mi si acco-
stò, e: Come ti trovo bene, cominciò a dire, da
quando non ti si vede in giro, proprio ieri sera a te pen-
savo, fissandomi con i suoi occhi estremamente tran-
quilli e pallidi. Luigi, al suo apparire, si era rannicchiato
in un angolo, senza piú parlare, facendo scricchiolare
penosamente ora questa ora quella mano.
Forse vi ho disturbati, disse la giovane avvertendo
il nostro bizzarro silenzio. Pensava e guardava con len-
tezza. Luigi, non fare cosí con le mani, soggiunse do-
po un momento, lo sai che non posso sopportare que-
ste finzioni.
Letteratura italiana Einaudi 111
Anna Maria Ortese - Il mare non bagna Napoli
Scusami, disse in fretta il funzionario, e lasciate ri-
cadere le mani, e poi rialzatele, se le guardava con la sua
aria ossessa di sempre. Scusami.
Vi ho interrotti mentre parlavate... è una cosa im-
portante? riprese quietamente la signora.
Affatto... rispose Luigi, affatto. Lei, e m indicò
con la mano, dovrebbe scrivere un articolo sugli intel-
lettuali residenti a Napoli, ed è venuta a chiedermi certi
suggerimenti... notizie...
Tu, gliele puoi dare? chiese la signora avidamente.
Certo che posso... certo che posso farlo, rispose il
funzionario sorridendo.
Ella non gli badò piú.
E di Luigi parlerai? disse rivolta a me, con uno
sguardo piú limpido, ma freddo. Calcolava mentalmen-
te ciò che avrei potuto fare per lui. Nella sua voce som-
messa c era un impercettibile fremito, una domanda.
Non sa farsi valere, continuò con un principio di agita-
zione, del denaro non gli importa, come se non avesse
una famiglia. E sí che non scrive peggio di altri. L altra
sera, tu non c eri, si è messo a leggerci il primo capitolo
di un romanzo che ha cominciato nel 44... C erano qui
anche Lecaldano... Barra... L hanno trovato divertente.
Lui, ora, potrebbe terminarlo.
Dalla cucina, sentimmo il bambino strillare:
Mammina, ahi, mammina!
Torno subito... Diglielo, intanto, hai capito? mi
raccomandò la giovane uscendo.
Rimasti soli, vidi che Luigi aveva abbassato il capo.
Non mostrava piú di ricordarsi di quei suoi disperati
perché... perché mai? che per un momento lo avevano
rianimato. Qualcosa si era frantumato in lui, l ansia di
poco prima si era spezzata, e il silenzio era ritornato a
governare la sua memoria. Anche la mia presenza aveva
smesso di turbarlo, gli era divenuta perfettamente indif-
Letteratura italiana Einaudi 112
Anna Maria Ortese - Il mare non bagna Napoli
ferente. A un tratto si alzò, raggiunse col suo passo di
volatile stanco, il vecchio tavolo, rimescolò un poco tra
certe carte, poi ne tolse una paginetta su cui doveva aver
scritto qualcosa. La mano gli tremava impercettibilmen-
te, come quella di un vecchio, quando, stringendo il fo-
glio, mi domandò se avessi una matita e un quaderno.
Sono notizie di Rea... le avevo segnate qui per mio
uso. Purtroppo, soltanto di Rea. Ma sarai d accordo an-
che tu, del resto, che Rea è molto importante, anzi non
esistono altri scrittori, a Napoli, fuori di lui...
Non risposi subito; poi, vedendo che aspettava:
Oh, sí, dissi, certamente.
Mi fissò un momento, con ansia; poi comincia a pas-
seggiare su e giú per la stanza, col suo passo vacillante e
frenetico, e intanto dettava. Dettava con la sua voce in-
credibilmente fredda, meccanica, monotona, eppure
trasparente di odio e dolore, quasi ogni parola ribadisse
un antica sentenza di morte, sotto la quale egli stava. E,
dettando, ora guardava la carta, ora gettava verso il sof-
fitto degli sguardi profondamente tristi e inquieti. Ecco
ciò che trovo segnato sul mio taccuino:
Notizie in merito allo scrittore Domenico Rea.
Rea è nato a Nocera Inferiore, l 8 settembre 1921.
Ha già scritto tre libri: Spaccanapoli, Le Formicole rosse,
Gesú, fate luce. In autunno uscirà un altro suo libro, che
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